Cosa sono le Green Communities

Le Green Communities, come si legge nel sito “Italiadomani.gov.it” sono comunità locali coordinate e associate tra loro che vogliono realizzare insieme piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

Nelle Green Communities si costruiscono strategie per la gestione integrata e certificata del patrimonio forestale, la gestione della biodiversità e la certificazione della filiera del legno. E tanto altro: acqua, energia, agricoltura, turismo, nuove filiere produttive possono effettivamente contribuire alla nascita e alla crescita di una strategia vera, sostenibile e trasparente, che coinvolga cittadini, imprese e guidi gli Enti montani nel futuro.

Le Green Communities vogliono costruire comunità vive per “camminare insieme” – considerando alla loro base un territorio geograficamente ampio, con più Comuni aderenti a livello di Comunità  o Unione Montana – per definire un processo di rigenerazione del territorio, non solo ambientale, ma anche sociale ed economico, che tenga insieme le risposte alle varie crisi della montagna (climatica, economica, sociale), nel contrasto ai fenomeni di spopolamento, abbandono, desertificazione.

Sviluppo delle Green Communities in Italia

La nascita e lo sviluppo delle Green Communities nel nostro Paese hanno come presupposto attuativo l’omonima strategia nazionale di cui all’art. 72 della Legge 28 dicembre 2015 n. 221 (la prima norma italiana sulla Green Economy, anche conosciuta come il “Collegato ambientale alla legge di stabilità 2016”). In questa norma, che però non fornisce una loro definizione puntuale, le Green Communities vengono affidate al coordinamento del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie (DARA).

La strategia, però, ha un’origine antecedente a questa legge: infatti, già nel 2010 l’UNCEM – Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani, da sessant’anni il “sindacato del territorio montano“ – sviluppò una prima proposta di indirizzo che ebbe come risultato concreto l’avvio di una sperimentazione, nell’ambito della programmazione europea 2007-2013 e con il supporto del Ministero dell’Ambiente, di alcune prime Green Community in quattro regioni del Mezzogiorno, con un taglio particolarmente centrato sui temi energetici della sostenibilità.

La Legge 221/2015 si fonda su tre presupposti generali e fondativi del concetto di Green Community:

  • il primo è il riferimento ai “territori rurali e di montagna”, luoghi in cui il valore identitario e le insite relazioni comunitarie si associano alla necessità si sfruttamento equilibrato e sostenibile delle risorse naturali;
  • il secondo è dato dall’esigenza di questi territori di “aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane”, in cui venga riconosciuto il valore oggettivo dei cosiddetti Servizi Eco-sistemici ed Ambientali, cioè quella serie di servizi di regolazione, approvvigionamento e culturali che i sistemi naturali generano a favore al genere umano fornendo molteplici benefici.
  • il terzo riferimento è alle istituzioni locali ed in particolare alle Unioni di Comuni, soggetti che in una logica associativa possono essere attori fondamentali di impulso e di attuazione delle comunità verdi.

L’avviso pubblico PNRR

Anche il P.N.R.R. sta avendo un ruolo importante nello sviluppo delle Green Communities e nel favorire lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna.

Lo strumento usato dal Governo Italiano nel giugno 2022 è stato l’Avviso pubblico per la presentazione di “Proposte di intervento per la realizzazione di piani di sviluppo di Green Communities” da finanziare proprio nell’ambito del PNRR, Missione 2 – Rivoluzione verde e Transizione ecologica, Componente 1 – Economia circolare e agricoltura sostenibile (M2C1), Investimento 3.2 Green Communities, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.

La finalità e l’ambito di applicazione di questo avviso indirizzato alle Unioni di Comuni è quello di promuovere lo sviluppo delle Green Communities in attuazione della citata strategia nazionale di cui all’art. 72 della Legge 221/2015, mediante il finanziamento di almeno 30 piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale di Green Communities, fondate su interventi che riguardano i citati 9 ambiti tematici di base.

Tutti gli interventi proposti in questi Piani devono essere progettati, realizzati e gestiti secondo il modello dell’economia circolare e nel quadro di obiettivi di riduzione dei consumi energetici, attraverso misure di efficientamento energetico e, ove possibile, ricorrendo all’uso di energie alternative e rinnovabili; inoltre, nell’attuazione di essi si deve tener conto dei principi della progettazione universale (design for all) e dell’accessibilità delle persone con disabilità; nell’implementazione degli interventi dovranno essere rispettati sia il principio DNSH (Do No Significant Harm), affinché detti interventi non arrechino alcun danno significativo all’ambiente, che i principi della parità di genere (Gender Equality) e della protezione e valorizzazione delle giovani generazioni.

I Piani proposti e finanziati dal bando dovranno essere interamente realizzati e completati entro il 31 marzo 2026, in coerenza con le tempistiche previste dal PNRR e secondo le fasi attuative (crono programma) indicate nelle singole proposte progettuali.

 

Il contesto territoriale

L'ambito territoriale individuato per la costituzione della Green Community "Sinergie in Canavese" si situa nella porzione nord-occidentale della Città Metropolitana di Torino, nell’ambito della Zona Omogenea 8.
La morfologia della zona porta inevitabilmente a suddividere l’area candidata in 4 differenziati ambiti territoriali, ben distinti e riconducibili alle Valli Orco e Soana, alla Valle Sacra, alla Val Gallenca e all’Alto Canavese, oggi amministrativamente organizzate in 5 Unioni Montane.

Il territorio della Green Community è composto da 27 Comuni, per una superficie territoriale che si estende complessivamente per 804,47 Kmq., ma con una densità abitativa media pari a 92,36 abitanti per Kmq che però muta sensibilmente a seconda se si tratta di ambiti montani (in cui la presenza umana è molto rarefatta, arrivando a medie molto basse di 2-3 abitanti per Kmq) o pedemontani (in cui la presenza antropica appare ben più consistente).

La frammentazione territoriale ed amministrativa è il primo dato molto significativo, basti pensare che di questi 27 Comuni ben 20 hanno meno di 1.000 residenti e di questi addirittura 11 hanno meno di 300 abitanti. Solo 5 Comuni sono sopra i 3 mila residenti (Castellamonte e Cuorgnè poco sotto i 10 mila; Forno Canavese, Pont Canavese, Rivara e Valperga sono nella fascia intermedia tra i 2.500 ed i 3.500 abitanti, mentre Locana si pone poco al di sopra dei 1000). E’ importante evidenziare, anche al fine della definizione complessiva dell’area che nessun Comune facente parte della rete di partenariato della Green Community è al di sopra dei 10 mila residenti.

mappa-unione-valli-gcsic

Le Valli Orco e Soana, in cui insistono 11 comuni, sono il territorio maggiormente connotato quale area di alta montagna, con vaste superfici prevalentemente costituite da ambienti naturali montani che raggiungono altitudini ben oltre i 3.000 metri, la cui scarsa popolazione è distribuita in numerosissime frazioni e borgate, molte delle quali – pressoché disabitate o quasi nel corso di buona parte dell’anno - presentano un notevole fenomeno di fluttuazione della popolazione a causa dei flussi turistici prettamente estivi dovuti alla presenza di seconde case: in questo contesto solo 2 Comuni superano i 1.000 abitanti (Pont Canavese e Locana).

Gli altri contesti vallivi (Valli Sacra, Val Gallenca e Alto Canavese) sono  prevalentemente territori di media montagna anche se le loro vette principali superano i 2.000 metri di altitudine, con una popolazione residente in gran parte nei comuni pedemontani di bassa valle (Forno Canavese, Rivara, Valperga e Castellamonte), a cui si aggiunge il Comune di Cuorgnè – amministrativamente non incluso in nessuna Unione Montana – che rappresenta il centro principale insieme a Castellamonte a cui i territori vallivi nel loro complesso fanno riferimento in quanto sede di servizi pubblici di valenza intercomunale.

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Tutta la superficie interessata dalla Green Community “Sinergie in Canavese” è classificata come montana nel suo sviluppo territoriale.
La popolazione residente ammonta complessivamente a poco meno di 40.000 abitanti a fine 2020, in fase di netta decrescita rispetto al 2011, fenomeno che accomuna sia i centri più abitati di fondovalle, ove la chiusura o notevole ridimensionamento di alcune realtà industriali ha comportato fenomeni di spopolamento (600 residenti in meno negli ultimi 10 anni sia a Pont Canavese che a Cuorgnè, 400 a Forno Canavese) sia i comuni di alta montagna.

 
Territorio

Numero di abitanti

Anno 2002

Anno 2011 Anno 2020
Valli Orco e Soana  8.339 7.958 6.748
Valle Sacra 10.662 11.817 11.595
Val Gallenca 5.233 5.428 5.145
Alto Canavese 7.453 7.365 6.650
Cuorgné 10.013 10.141 9.495
Totale Area Green Community 41.700 42.709 39.633


I dati evidenziano il calo sensibile della popolazione nelle Valli Orco e Soana, la tenuta con un piccolo incremento della popolazione nella Valle Sacra, il leggero calo di residenti a Cuorgnè e nei comuni dell’Alto Canavese e della Val Gallenca nell’ultimo decennio dopo una fase di lieve rafforzamento demografico.

La maggior attrattiva ambientale e turistica è il Parco Nazionale “Gran Paradiso”, area protetta di rilevanza internazionale e primo parco nazionale ad essere stato istituito in Italia (lo scorso anno si è celebrato il centenario della sua nascita avvenuta nel 1922), che si estende per 338 kmq nelle Valli Orco e Soana e coinvolge 6 comuni.
Nato con lo scopo di conservare gli ecosistemi delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso, unico “4.000” che si erge completamente in territorio italiano, è il primo Parco italiano ad aver ricevuto il diploma europeo delle aree protette dal Consiglio d’Europa ed è entrato a far parte dal 2014 della GLPA, ovvero la Green List of Protected Areas della IUCN (International Union for Conservation of Nature), la lista verde dei parchi che rispondono con successo alle sfide del ventunesimo secolo grazie a buone pratiche di sostenibilità ambientale.

Sempre nell’area della Green Community (e specificamente nel territorio della Val Gallenca) insiste anche il Sacro Monte di Belmonte, riconosciuto sito Unesco ricompreso da alcuni anni nell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, ente strumentale della Regione Piemonte, nato con il compito di conservare, gestire e valorizzare questi siti monumentali ed ambientali di eccezionale importanza dal punto di vista storico e devozionale.